LEGAMBIENTE LAZIO
Comunicato stampa
“Nel Lazio crescono i numeri l'illegalità ambientale diffusa mentre si moltiplicano i reati legati alla criminalità organizzata, è molto positivo l'approfondimento che la Commissione dedica a questo territorio, deve servire per spronare una ancor più forte reazione da parte della Regione Lazio e di tutte le istituzioni”. È quanto ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, intervenendo questa mattina in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti.
Con 3.469 infrazioni il Lazio quest'anno scala la triste classifica delle illegalità ambientali del Rapporto Ecomafie redatto da Legambiente su dati delle forze dell'ordine
e sale sul podio al secondo posto della classifica. Per il ciclo dei rifiuti sono nel complesso 288 le illegalità registrate, 319 le persone denunciate, 23 quelle arrestate e 180 i sequestri, aumentando quindi la necessità di dotarsi dell'unica misura cautelare che tuteli i territori mentre sono in corso le indagini.
“Per la gestione dei rifiuti, come per altri illeciti ambientali, aumentano le segnalazioni di attività illegali agevolate attraverso azioni di di corruzione e concussione legate anche a funzionari pubblici o di impianti legali che smaltiscono illegalmente rifiuti pericolosi come è avvenuto ancora pochi giorni fa nell'inceneritore di Colleferro, un fatto serio che va contrastato con la massima decisione -ha continuato Parlati- Su un altro fronte il delitto di traffico illecito di rifiuti è stato fondamentale per fare un salto di qualità nelle indagini penali e punire i responsabili, ora si deve allora ampliare la platea di reati ambientali sanzionati penalmente, sventando qualsiasi ipotesi di ridurre l'uso delle intercettazioni anche per reati minori e quindi far procedere i processi con più speditezza: in queste settimane si rischia invece che il lavoro della Procura e delle forze dell'ordine sui rifiuti smaltiti nelle cave del viterbese si concluda con la prescrizione del reato, mentre a Velletri nei prossimi giorni si aprirà finalmente il processo per il disastro ambientale della Valle del Sacco che speriamo si concluda presto anche con la bonifica dell'area. Siamo certi che la Commissione potrà dare un forte contributo anche su altri fronti, accelerando le necessarie analisi nella discarica di Borgo Montello per sapere se le masse metalliche rilevate siano fusti pericolosi o meno, ma anche verificando le dichiarazioni del collaboratore di giustizia che ha affermato l'esistenza di un traffico di rifiuti radioattivi dalla ex centrale di Borgo Sabotino, piuttosto che favorendo l'approfondimento dei fenomeni legati agli strani incendi in cinque autodemolitori dell'area romana durante la scorsa estate”.
Legambiente, dal canto suo, continuerà l'azione di raccolta di segnalazioni e denunce da parte dei cittadini, fondamentale per contrastare le illegalità ambientali e spesso far partire indagini delle forze dell'ordine. Attività che nel Lazio avviene soprattutto grazie al positivo lavoro dell’Osservatorio Ambiente e Legalità gestito da Legambiente Lazio con l'Assessorato all'ambiente regionale, grazie al numero verde 800-911856.
Roma, 22 giugno 2010
Comunicato stampa
“Nel Lazio crescono i numeri l'illegalità ambientale diffusa mentre si moltiplicano i reati legati alla criminalità organizzata, è molto positivo l'approfondimento che la Commissione dedica a questo territorio, deve servire per spronare una ancor più forte reazione da parte della Regione Lazio e di tutte le istituzioni”. È quanto ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, intervenendo questa mattina in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti.
Con 3.469 infrazioni il Lazio quest'anno scala la triste classifica delle illegalità ambientali del Rapporto Ecomafie redatto da Legambiente su dati delle forze dell'ordine
e sale sul podio al secondo posto della classifica. Per il ciclo dei rifiuti sono nel complesso 288 le illegalità registrate, 319 le persone denunciate, 23 quelle arrestate e 180 i sequestri, aumentando quindi la necessità di dotarsi dell'unica misura cautelare che tuteli i territori mentre sono in corso le indagini.
“Per la gestione dei rifiuti, come per altri illeciti ambientali, aumentano le segnalazioni di attività illegali agevolate attraverso azioni di di corruzione e concussione legate anche a funzionari pubblici o di impianti legali che smaltiscono illegalmente rifiuti pericolosi come è avvenuto ancora pochi giorni fa nell'inceneritore di Colleferro, un fatto serio che va contrastato con la massima decisione -ha continuato Parlati- Su un altro fronte il delitto di traffico illecito di rifiuti è stato fondamentale per fare un salto di qualità nelle indagini penali e punire i responsabili, ora si deve allora ampliare la platea di reati ambientali sanzionati penalmente, sventando qualsiasi ipotesi di ridurre l'uso delle intercettazioni anche per reati minori e quindi far procedere i processi con più speditezza: in queste settimane si rischia invece che il lavoro della Procura e delle forze dell'ordine sui rifiuti smaltiti nelle cave del viterbese si concluda con la prescrizione del reato, mentre a Velletri nei prossimi giorni si aprirà finalmente il processo per il disastro ambientale della Valle del Sacco che speriamo si concluda presto anche con la bonifica dell'area. Siamo certi che la Commissione potrà dare un forte contributo anche su altri fronti, accelerando le necessarie analisi nella discarica di Borgo Montello per sapere se le masse metalliche rilevate siano fusti pericolosi o meno, ma anche verificando le dichiarazioni del collaboratore di giustizia che ha affermato l'esistenza di un traffico di rifiuti radioattivi dalla ex centrale di Borgo Sabotino, piuttosto che favorendo l'approfondimento dei fenomeni legati agli strani incendi in cinque autodemolitori dell'area romana durante la scorsa estate”.
Legambiente, dal canto suo, continuerà l'azione di raccolta di segnalazioni e denunce da parte dei cittadini, fondamentale per contrastare le illegalità ambientali e spesso far partire indagini delle forze dell'ordine. Attività che nel Lazio avviene soprattutto grazie al positivo lavoro dell’Osservatorio Ambiente e Legalità gestito da Legambiente Lazio con l'Assessorato all'ambiente regionale, grazie al numero verde 800-911856.
Roma, 22 giugno 2010
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