IL PICCOLO ORTISTA - Sabato 24 l'ultimo incontro

E' giunta l'estate e i bambini raccolgono gli ortaggi che all'inizio della primavera avevano seminato fin dai primi di marzo.
Sabato 24 giugno ci sarà l'ultima lezione del Piccolo Ortista agli Orti Urbani Garbatella, dalle ore 9.00.
Considerato il caldo estivo, dopo una visita all’orto per raccogliere i prodotti pronti, festeggeremo nel Parco all’ombra dei pini, con una bella merenda ed un gioco sugli alberi. I bambini che avranno seguito le 5 lezioni prescritte otterranno un Attestato di Piccolo ortista.
 
La prima lezione, a marzo, ha introdotto l'argomento con un po' di teoria:
Orti- nascita vegetali – come avviene? Di che cosa hanno bisogno?



Seme – partire dal fiore alle varietà di semi, talee, bulbi, rizomi



Terra –  che cosa contiene quella fertile, differenze di composizione fra gli strati, esempi di terra



Acqua – la sua funzione



Sole – luce – calore – fotosintesi



Pratica: sistemazione del terreno, eliminazione erbe spontanee, semina, trapianti piantine e fiori, innaffio.

Le lezioni di aprile hanno mostrato l'esplosione della primavera con tutti i suoi fiori e profumi.

Oltre ad interrare le nuove piantine di pomodori e seminare insalatine da taglio e cipolle i bambini si sono divertiti molto a proteggere le piantine con la paglia.

Le piantine dell'orto amano il sole e ne hanno bisogno per crescere, ma hanno bisogno anche di acqua affinché le loro radici possano alimentare la piantina. La paglia permette alla piantina di mantenere la terra bagnata e allo stesso tempo di godere dei raggi del sole.



Sabato 13 maggio, per la quarta lezione de "Il piccolo ortista", i bimbi hanno potuto cominciare a vedere i frutti del loro lavoro e portato a casa qualche ortaggio seminato o trapiantato all'inizio di questa esperienza.



Era ormai caldo e i bambini hanno avuto un cappellino per proteggersi dal sole, da portare anche le volte successive.



Il 27 maggio c'è stato un incontro fuori programma, per raccogliere i ceci e le insalate ormai pronti,  i primi pomodori e la nascita dei fagiolini.



All’inizio i piccoli apprendisti si sono disposti tutti intorno al tavolo per organizzare la semina dei fagioli: un’occasione per spiegare ed imparare il concetto di biodiversità.



Sul tavolo sono stati esposti i semi di fagiolini, i fagiolini cannellini, i ciavattoni, e una qualità di fagiolini del Cilento a rischio estinzione. In questo modo i bambini hanno avuto la possibilità  di osservare e studiare le differenze. In seguito i fagiolini sono stati disposti nell'acqua in modo da poter aiutare la loro germinazione, in attesa della semina a terra.


Ma la giornata non è finita, c'è sempre molto da fare e da imparare agli orti! 

I bambini hanno poi raccolto i ceci, anche se nessuno dei presenti conosceva la pianta del cece, neanche i genitori. 
Le piante oramai secche portavano un certo numero di baccelli ed ogni baccello conteneva un solo cece, quelli ancora verdi sono stati mangiati sul posto e considerati molto freschi come i piselli, i ceci rimasti verranno in seguito utilizzati per una deliziosa minestra. 

A fine giornata c'è stata la raccolta delle insalate, le quali sono state divise fra bambini e collaboratori. Come ultima attività sono stati piantati i fagioli e le insalate, anche, grazie all'aiuto di Benedetto, un generoso ortista.



Per impegnare i bambini ad aiutare le piantine a crescere, sono state poste le etichette a tutte le cucurbitacee presenti nell’orto, con l’invito ai bambini di provvedere quando vogliono ad integrare la quantità di acqua che esse già ricevono con l’impianto a goccia.

Vi aspettiamo numerosi per l'ultimo incontro, c'è ancora molto da raccogliere ed imparare!



 
 

Lo zen e l'arte della manutenzione del territorio: dal cemento al Parco Garbatella

Mercoledi 28 giugno
dalle 18 alle 20
Moby Dick biblioteca hub culturale
Via Edgardo Ferrati 3a - Roma

 

Saluto di Cristiana Avenali, consigliera Regione Lazio
Anna Maria Baiocco, il Parco Garbatella
Antonio Viglietto, il Giardino Zen
Interventi dei volontari

Il caso del Parco Garbatella viene presentato come esempio di recupero, da parte dei cittadini del quartiere, di un’area privata edificabile abbandonata.

Un impegno del Circolo Garbatella di Legambiente durato oltre 20 anni: dalla lotta per la destinazione a verde e l’acquisizione al patrimonio pubblico dell’area, alle pressioni per ottenere finanziamenti del Comune per bonificarla.

La spianata arida e cementificata è oggi un parco pubblico rigoglioso e vissuto: alberi, fiori, tavoli e panchine, illuminazione, irrigazione, giardino giapponese, roseto, area giochi, campo di pallavolo e di calcetto, area cani e orti urbani.

Perché e come nasce l’idea?
Chi sono stati i protagonisti?
Quale la partecipazione dei cittadini?
Delle associazioni del territorio?
Come si sono poste le istituzioni?

La realizzazione di un giardino zen, sfruttando un’esperienza fatta in Giappone, ha abbellito una zona particolarmente degradata del parco, che è diventata un punto di sosta piacevole per la popolazione del quartiere.

Le api al Parco Garbatella

Da qualche tempo il Parco ha dei nuovi ospiti fissi: due colonie di api, che abbiamo allocato nel frutteto in un'apposito recinto.
Un gruppo di entusiasti aspiranti apicultori ha dato vita a questa avventura. Perché?
Le api sono in grande crisi a causa dello smodato uso di pesticidi che si fa in agricoltura, e il numero di sciami presenti si è molto ridotto. Tenuto conto che dall'impollinazione, delle api e degli altri insetti, dipende anche quello che mangiamo, ci si rende conto della criticità della situazione.
Dopo i contatti con esperti apicultori e lunga riflessione, si è deciso di installare delle arnie non tradizionali, cosiddette "top bar",

 di forma diversa da quelle a cassetta che siamo abituati a vedere.

 Perché questa scelta? Da quanto abbiamo capito, informandoci, queste arnie permettono alle api di adattare l'ambiente a loro e non viceversa, per cui sono anche più tranquille e meno aggressive verso gli apicultori che le curano. Per ora, non possiamo che confermare questa "tranquillità": nessuno del gruppo apicultori è stato punto, anche durante le operazioni più fastidiose per le api stesse.

Dei marziani si aggirano intorno alle arnie: gli apicultori, anche se le api sono più tranquille, devono comunque proteggersi con tute e cappelli che permettono di vedere solo atrraverso una retina, e guanti.
Anche se queste arnie non sono strettamente orientate alla produzione industriale del miele, pensiamo di poterne ricavare, quando i due sciami si siano bene ambientati e siano entrati a regime.
E' una grande soddisfazione vedere le api che stanno lavorando: la regina depone migliaia di uova, le api operaie allevano le larve, raccolgono il polline, producono il miele, difendono l'alveare dagli attacchi esterni. Insomma, come in un gioco di scacchi, occorre proteggere la regina (non il re) e portare avanti la vita dello sciame.
Trepidazione per la presenza di parassiti, che vanno contrastati con opportuni trattamenti che però non debbono "inquinare" il miele, preoccupazione per gli assalti da parte dei calabroni che vorrebbero saccheggiare il miele. Insomma, la vita dell'apicultore non è rose e fiori.