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Semi di lavoro all'Eutorto

Eutorto - foto Arianna Cataniaun articolo pubblicato da "La nuova ecologia" nel gennaio 2011

di ELISA PALAGI
Sono stati licenziati da Agile ex Eutelia di Roma. Ma in attesa di conoscere le sorti dell’azienda, tecnici e informatici si dedicano all’agricoltura “pulita”
Non coltivano solo terra, ma anche relazioni sociali e sogni di un futuro di lavoro e benessere. Si fanno chiamare “lavoratori scomparsi Agile ex Eutelia It di Roma” e sono contenti di
accogliere chiunque voglia incontrarli nel loro orto di via Ardeatina 524, presso l’istituto agrario Garibaldi.  Stanno passando tempi difficili, hanno perso il lavoro e lottano per non scomparire. Ma appaiono entusiasti del progetto, di cui già mostrano i frutti. «Ecco le nostre prime verdure di stagione, cresciute in modo naturale, di cui andiamo molto orgogliosi», dice Gloria Salvatori, neocontadina dell’Eutorto, mostrando file di cavolini di Bruxelles, finocchi e insalate in crescita. «La cassa integrazione significa isolamento ed esclusione dalla società, noi invece vogliamo impegnarci per un’Italia del lavoro e dei diritti», spiega Sergio Palermo, altro neo-agricoltore. Il nome “Eutorto” è significativo: il prefisso “eut”, oltre a richiamare alla bontà per assonanza con il greco, rimarca la centralità della questione Eutelia, i cui sviluppi sono determinanti per le vite dei ventidue partecipanti.

Echeggia anche il torto, quello subito dal personale ex Olivetti, ex Getronics, ex Bull, prima fuso in Eutelia It, poi nel 2009 ceduto ad Agile, società comparsa ad hoc per camuffare un licenziamento di massa, diventato effettivo nell’ottobre 2009. I lavoratori hanno dato battaglia e dopo 154 giorni di occupazione dell’azienda e 51 di presidio permanente presso Montecitorio è arrivata la denuncia al Tribunale fallimentare, che ha portato a otto arresti, e l’apertura di un tavolo di crisi con la nomina di una commissione straordinaria da parte del ministero per lo Sviluppo economico. «Grazie al presidio abbiamo conosciuto molte persone che ci hanno fatto sentire parte di una collettività con problemi diversi dal nostro – racconta Sergio Palermo – Così abbiamo conosciuto gli orti urbani della Garbatella e abbiamo pensato a un’attività simile». L’idea si è sviluppata, ma a differenza degli orti della Garbatella si è deciso di procedere non con un’occupazione ma con la regolare presentazione di un progetto alla Provincia di Roma, che ha trovato lo spazio ed erogato i fondi.
Le attività sono cominciate lo scorso settembre con la recinzione del terreno, 3.000 mq, e la parziale coltivazione. I prodotti dell’orto sono interamente del collettivo, mentre l’uliveto a margine è in mezzadria. È poi previsto il restauro e l’uso di una costruzione esistente con l’allevamento di animali da cortile in condivisione con l’istituto agrario. «La scuola usa il terreno per molte attività didattiche, possiede ulivi e un frantoio, vigne, mucche che producono mille litri di ottimo latte al giorno – continua Palermo – Noi abbiamo aiutato nella vendemmia, raccolto le olive, seguiamo con interesse le lezioni all’aperto e ci piace lo scambio di competenze che abbiamo con studenti e professori. Per ora stiamo imparando il mestiere, siamo in gran parte informatici, tecnici. Dobbiamo ancora capire come organizzarci e in quali settori specializzarci». La voglia di essere comunque produttivi, di non arrendersi, può diventare, dunque, nuova occupazione.
per saperne di più collegati  a http://eutorto.eu/parlano-di-noi/

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